Collezione: Trees

Come carpire l’anima intima di un albero, un essere vivente a tutti gli effetti, con la sua forza e i suoi acciacchi, i suoi guizzi e le sue contorsioni? Sembra immobile, finto, letteralmente infisso nel terreno ma nel momento in cui ti avvicini quasi ne cogli il respiro: metti le mani sulla sua pelle (la corteccia) e sembra muoversi, reagire al tocco. Avvicini il corpo e alzando gli occhi verso l’alto la sensazione di essere guardati a tua volta è forte, tangibile, a tratti inquietante, lo sguardo sospettoso di un anziano gigante che vede avvicinarsi un minuscolo essere che pensa di sapere tante cose sulla vita ma che neppure immagina di cosa stiamo parlando... Viene da pensare alla vulnerabilità che può derivare dal non poter spostarsi, dal divenire potenzialmente un bersaglio che non può fare a meno di evitare gli eventuali colpi d’ascia ma, in fondo, noi così flessibili nella nostra libertà di fuga siamo meno vulnerabili? L’albero sembra parlarti dall’alto della sua statura e della sua età, ti sussurra di muoverti insieme al vento ma di rimanere saldo sulle tue radici: giuste o sbagliate costituiscono sempre la tua base, la partenza dalla quale produrre poi la tua crescita e la tua evoluzione, dando forma e grandezza ai tuoi rami.